Può una città rivoluzionata da tanti cambiamenti rimanere ferma nel suo stare a tavola? La risposta è no, ed è particolarmente ovvia guardando alla storia di Milano.

La città si è aperta a tante culture diverse da ben prima del Ventesimo secolo, e anche le sue ricette tradizionali respirano le diverse dominazioni, da quella spagnola a quella austriaca. Ma oltre la tradizione c’è una città che è rimasta cosmopolita. L’unico cambiamento è che l’apertura alle altre culture avviene più velocemente… e senza violenza.

Al pari di grandi poli di attrazione per foodie come Londra o San Francisco, il cibo fa parte delle tendenze, ed è una moda che cambia con le stagioni. Ci sono alcuni punti fissi, come la cucina cinese, di altissimo livello e perfettamente integrata, grazie alla presenza di una comunità fra le più antiche d’Italia. Ci sono le mode del momento, come accennato, come la cucina di strada, il barbecue coreano o la pasta filippina, anche se sarebbe un errore pensare che nella categoria della cucina interessante all’ombra della Madùnina ricada solo quella etnica.

Le figure del buon cibo a Milano

Mangiare bene a Milano è anche questione di persone giuste. Come Carlo Cracco, lo chef noto grazie a Masterchef, che in città sperimenta e si lega ad altri personaggi di grande visibilità: concluso il progetto Garage Italia con Lapo Elkann, ora Cracco si prepara ad aprire un nuovo ristorante. O la famiglia Marzotto, proprietaria della storica gastronomia Peck, da poco anche nella zona di CityLife, i lussuosi grattacieli nati su quello che fu il distretto fieristico di Milano. O ancora Niko Romito, pluristellato con ben tre locali diversi in città, fra i quali il ristorante di Bulgari.

All’ombra di questi personaggi ci sono locali, idee e figure creative, che innovano a tavola e non solo, muovendo grandi capitali e attirando un turismo esigente e curioso: come con l’arte, Milano si scrolla di dosso i fantasmi del passato anche così.